Biografia e Attività
Giorgio de Chirico (Volos, 10 luglio 1888 – Roma, 20 novembre 1978) è stato un pittore, scultore e scrittore italiano, principale esponente della corrente artistica della Metafisica.
Giorgio De Chirico si formò tra il 1901 e il 1909 nel clima simbolista di Monaco di Baviera, con alle spalle una solida cultura letteraria e un’autentica passione per la mitologia greca, De Chirico era un sottile lettore di Nietzsche, di cui condivideva l’idea di una Grecia, suo paese natale, culla della civiltà e del pensiero occidentali. Lucido osservatore delle questioni artistiche contemporanee, dopo gli iniziali entusiasmi il pittore mutò il proprio atteggiamento nei confronti delle Avanguardie europee (Cubismo, Futurismo, Espressionismo, Astrattismo), alle quali rimproverava l‘eccessiva preoccupazione per i problemi linguistici a discapito di quelli filosofici.
Dal 1910 si trasferisce a Firenze dove dipinge il suo primo quadro “metafisico”, Enigma di un pomeriggio d’autunno, rivisitazione carica di mistero del monumento a Dante in piazza Santa Croce. Nelle successive Piazze d’Italia i temi della sua poetica (la solitudine, i misteri dell’infinito e del tempo, l’ignoto, l’enigmatico) sono ambientati nello scenario trasognato e come sospeso in un tempo immobile di piazze assolate e deserte, fiancheggiate da architetture classiche alternate a torri, ciminiere, locomotive, statue che proiettano sul suolo lunghe ombre. L’altra tematica è quella del mito greco. Nelle sue opere De Chirico inserisce all’interno di paesaggi bucolici personaggi della cultura classica come: I guerrieri di ritorno da Troia, Cavalli Antichi che si rifanno alla statuaria bronzea di epoca ellenistica, Muse, Guerrieri a Corinto, Gladiatori, Templi classici. Ma anche figure che sono un elemento di congiunzione tra la cultura Classica e quel senso di sospensione del tempo e di ignoto che pervade l’opera di De Chirico come: Il Trovatore e Gli Archeologi.
L’applicazione alla pittura del termine “Metafisica” è invenzione di Carlo Carrà nel I9I7 circa a Ferrara, dove i due artisti prestavano il servizio militare. Il riferimento alla filosofia greca sottolinea la volontà di attingere attraverso la pittura ad una verità “trascendente”, situata al di là della realtà fenomenica conoscibile attraverso i sensi.
Esauritasi la spinta della Metafisica De Chirico si dedicherà a diversi soggetti, tra cui gli autoritratti. Due sono le forme di ritrattistica che egli predilige: Il doppio ritratto, nel quale si dipinte a fianco di una statua che lo rappresenta e il ritratto in costume nel quale l’artista si cala in una diversa epoca e ricrea quell’effetto di sospensione del tempo tanto caro alla sua Metafisica.